Nella sua progressiva evoluzione iniziata con le arti applicate, il design contemporaneo è fortemente influenzato da una particolare tradizione, la cibernetica; ovvero lo studio sistematico dei processi di causalità circolari, definiti anche di feedback. Negli anni ’50 la ricerca evidenziò come un comportamento, per essere efficace nel tempo, deve costantemente ricevere segnali sugli effetti che produce; questo per poter controllare che essi corrispondano agli obiettivi del comportamento stesso nonostante le variazioni nell’ambiente.
Questa costatazione può sembrare scontata, ma cosa significa per il design e la progettazione? Ogni passaggio nello sviluppo di un progetto -sotto forma di concept o prototipo- può diventare, se gestito nella maniera corretta, la fonte di segnale che permette di confermare come efficace o meno la parte di progetto realizzata fino a quel momento. Creare prototipi permette di dare forma al progetto fin dall’inizio e perfezionarlo con aggiustamenti successivi: le decisioni effettuate vengono sperimentate rapidamente, per poterle scartare prima che diventino elementi costitutivi del progetto se dovessero risultare empiricamente sbagliate.
Ripetuti momenti di validazione sono preziosi perché in questo modo il progettista può constatare durante il progetto stesso se ogni funzionalità e caratteristica del prodotto si adatta effettivamente agli utenti e al mercato di riferimento. La progettazione iterativa offre il grande vantaggio di confermare se un prodotto o un servizio rispondono alle necessità per cui sono disegnati prima ancora di aver investito risorse nella produzione in serie; esattamente come una teoria scientifica viene testata molteplici volte in laboratorio prima di essere applicata in altri contesti sociali.