Tutti i processi del design contemporaneo sono basati sul presupposto che ad essere progettato non è un oggetto ‘indipendente’, sia che si parli di un prodotto o di un servizio; piuttosto, si tratta di disegnare uno spettro di possibilità di interazione tra l’oggetto in fase di progettazione e i suoi possibili utilizzatori.
In effetti si progetta proprio in vista dell’uso, e l’obiettivo di un designer è creare qualcosa che acquisirà una funzione nell’esperienza di un determinato gruppo di persone, che a loro volta diventeranno il mercato di riferimento del progetto. Un prodotto o servizio che non si integra a comportamenti umani esistenti, prima o poi, perderà il proprio valore dal punto di vista commerciale.
La ricerca qualitativa permette di affrontare questo problema alla radice: attraverso una diretta e più dettagliata conoscenza dell’esperienza dei potenziali utenti di riferimento, il progettista potrà realizzare soluzioni che integrano e ampliano comportamenti esistenti, piuttosto che dover, per così dire, calare dall’alto qualcosa di completamente nuovo. In quest’ultimo caso si aggiungerebbe allo sforzo progettuale anche quello di creazione ex-novo di un bisogno di mercato; il design, al contrario, crea prodotti di successo perché adotta come punto di partenza esperienze e comportamenti già esistenti.